A dieci mesi dalla sua presentazione in Senato, il disegno di legge n. 1112 per la valorizzazione dell’architettura in Italia entra finalmente nel vivo dell’iter parlamentare, con l’avvio dell’esame in Commissione Cultura. Il provvedimento, promosso dal Senatore Nicola Irto (PD-IDP) e illustrato dal relatore Francesco Verducci, introduce elementi che potrebbero avere ricadute significative sull’intero comparto edilizio e progettuale italiano.
Architettura come bene di interesse pubblico primario
Il cuore del disegno di legge sta nel riconoscimento della qualità architettonica come valore culturale, sociale e civile, sancendo l’architettura quale bene di interesse pubblico primario. Si tratta di un cambio di paradigma normativo e culturale, che potrebbe finalmente allineare l’Italia agli standard europei già adottati in Paesi come Francia, Finlandia e Paesi Bassi, dove la qualità del progetto è parte integrante delle politiche pubbliche.
Il ddl introduce il concetto di “nuovo rinascimento urbano”: un modello integrato di rigenerazione urbana che tiene insieme progettazione, coesione sociale, sviluppo economico, turismo culturale e sostenibilità ambientale. Non più interventi episodici e autoreferenziali, ma una visione sistemica di trasformazione del territorio.
Il ritorno (obbligatorio) del concorso di progettazione
Uno degli snodi più attesi per i professionisti del settore è l’obbligatorietà del concorso di progettazione per le opere pubbliche, misura già consolidata in vari contesti europei. L’obiettivo è duplice: garantire qualità e trasparenza nei processi e superare la logica della selezione basata esclusivamente su criteri economici o su affidamenti diretti mascherati da procedure negoziate.
Il ddl stabilisce che anche interventi quotidiani — come scuole, piazze, edilizia residenziale pubblica, parchi e spazi urbani — dovranno passare attraverso concorsi di idee o di progettazione, non solo opere iconiche. Si promuove così una cultura del progetto estesa, inclusiva e meritocratica.
Giovani professionisti al centro: elenco nazionale e premio annuale
Per superare le storiche barriere d’ingresso al mercato professionale, il ddl prevede la creazione di un elenco nazionale dei giovani progettisti (under 40) presso il Ministero della Cultura. L’iscrizione sarà riservata ai vincitori di concorsi di progettazione o di idee. Questo strumento, inedito nel panorama normativo italiano, vuole dare visibilità ai nuovi talenti e favorire un mercato più aperto e competitivo.
A corredo, è prevista l’istituzione del Premio per la giovane architettura italiana, che annualmente selezionerà e premierà opere di rilievo per innovazione, qualità progettuale e impatto urbano. Un’azione concreta per incentivare la creatività e valorizzare nuove competenze.
Un’occasione (forse irripetibile) per il settore edilizio
Il disegno di legge 1112 non è il primo tentativo italiano di normare la qualità dell’architettura, ma è il primo ad arrivare così avanzato nel suo iter con una visione così strutturata e ambiziosa. Se approvato, rappresenterebbe un quadro normativo organico per la promozione della qualità progettuale, la rigenerazione urbana sostenibile e l’apertura del mercato a nuove generazioni di progettisti.
Il settore edilizio è chiamato a farsi trovare pronto: studi tecnici, amministrazioni locali, enti appaltanti, imprese e progettisti devono prepararsi a un cambio di passo che, se attuato con coerenza, può innalzare significativamente il livello qualitativo degli interventi pubblici e privati nel nostro Paese.
L’auspicio è che l’iter parlamentare si concluda senza snaturare i principi fondanti del ddl e che, dopo anni di attese e tentativi falliti, l’Italia possa finalmente dotarsi di una legge sulla qualità dell’architettura degna della sua tradizione culturale e delle sfide del presente.