“Parco Turati:
un’eredità urbana per la Sovico del futuro”

Ediliz-ia.it
intervista l’architetto Giovanni Sallemi

 

Ediliz-ia.it:

Architetto Sallemi, partiamo dall’inizio. Com’è nato il progetto di riqualificazione del Parco Turati?

 

Giovanni Sallemi:

L’idea è nata da un’esigenza concreta dell’Amministrazione
Comunale di Sovico: restituire alla cittadinanza un parco all’altezza dei
bisogni attuali, ma anche delle aspettative future. Il Parco Turati era già
un’area verde con una sua identità, ma mostrava segni evidenti di vetustà e una
conformazione ormai poco funzionale. Non si trattava di “rifare tutto”, ma di
ripensare lo spazio come motore di inclusione, sostenibilità e benessere
collettivo. Abbiamo voluto trasformarlo in un luogo vivo, dove natura, gioco,
sport, cultura e tecnologia convivessero armoniosamente.

Ediliz-ia.it:

Il progetto insiste molto sul tema della sostenibilità. Quali scelte concrete
avete fatto in questa direzione?

Giovanni Sallemi:

Sostenibilità per noi non è solo un’etichetta: è un
principio guida. Abbiamo scelto materiali riciclati, pavimentazioni a basso
impatto ambientale, come gomma colata e calcestruzzo drenante colorato, e una
pensilina tecnica centrale con impianto fotovoltaico e sistema di raccolta
dell’acqua piovana. Ma sostenibilità è anche sociale: significa creare uno
spazio resiliente, accessibile, fruibile da tutti e pensato per durare. È
questa l’eredità urbana che vogliamo lasciare.

Ediliz-ia.it:
Inclusività e bellezza sembrano due assi portanti del progetto. Come si
traducono in termini di spazi e arredi?

Giovanni Sallemi:

Abbiamo voluto che il parco parlasse a tutte le fasce d’età
e abilità. L’area giochi di oltre 1000 mq è stata completamente ripensata con
strutture come il veliero, il super frisbee e la medusa, che non sono solo
giochi ma anche sculture urbane. Sono accessibili, coinvolgenti e stimolanti.
Le sedute e i tavoli sono in plastica riciclata e fissati a pavimento, per
sicurezza e durabilità. Le panchine, oltre ad essere in cemento gettato in opera,
integrano punti di ricarica USB, perché il parco non è solo per il corpo, ma
anche per la vita digitale di oggi.

Ediliz-ia.it:

C’è un elemento che definirebbe come “simbolo” di questo intervento?

Giovanni Sallemi:

Senza dubbio la pensilina centrale. Oltre a essere un’opera
architettonica riconoscibile, è anche una struttura polifunzionale: produce
energia pulita, raccoglie l’acqua piovana per irrigare, ospita eventi,
mercatini o semplicemente le persone. È un vero e proprio cuore pulsante del
parco, dove natura e innovazione si incontrano.

Ediliz-ia.it:
Qual è il ruolo del paesaggio urbano nella progettazione contemporanea, secondo
lei?

Giovanni Sallemi:

Oggi il paesaggio urbano non è più un “vuoto” tra edifici,
ma è uno spazio relazionale, identitario, che può educare, curare, connettere.
È bellezza attiva, come direbbe qualcuno: non una scenografia, ma un motore di
coesione e partecipazione. In quest’ottica, il progetto del Parco Turati
dimostra che la tutela del paesaggio non è un freno allo sviluppo, ma un volano
per la crescita sostenibile delle città.

Ediliz-ia.it:

In un momento storico in cui si parla tanto di rigenerazione urbana, che valore
attribuisce a questo intervento?

Giovanni Sallemi:

Credo che il Parco Turati possa rappresentare un modello
replicabile, soprattutto nei centri urbani di media dimensione. Dimostra che
anche interventi mirati, se ben pensati, possono avere un impatto profondo
sulla qualità della vita delle persone. Qui non si tratta solo di sistemare
un’area verde, ma di disegnare un nuovo modo di vivere insieme lo spazio
pubblico, in chiave sostenibile, inclusiva e innovativa.

Ediliz-ia.it:
Un’ultima domanda: come ha reagito l’amministrazione comunale quando avete
presentato a loro il progetto?

 

Giovanni Sallemi:

Quando abbiamo presentato il progetto all’amministrazione
comunale, per il quale ringrazio anche l’architetto Luca Benassi., e la loro
reazione è stata molto positiva. Hanno mostrato entusiasmo e un sincero
interesse nel voler ascoltare le nostre idee. Fin dall’inizio, hanno deciso di
coinvolgerci attivamente, prendendo in considerazione i desideri e le
aspettative della comunità, e promuovendo un dialogo aperto. Questo approccio
ha fatto sì che la comunità capisse che il parco non è “di qualcuno”, ma di
tutti noi. Per me, il vero successo di questa iniziativa è stato proprio aver
stimolato un forte senso di appartenenza collettiva, un passo fondamentale per
costruire una città più inclusiva, vivibile e condivisa.

Ediliz-ia.it ringrazia l’architetto Giovanni Sallemi per questa visione appassionata e
concreta. Il Parco Turati di Sovico si candida a essere un simbolo di nuova
cittadinanza urbana, dove natura, architettura e tecnologia si incontrano al
servizio del bene comune

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