Le buone pratiche nella tinteggiatura delle pareti esterne: quando l’esperienza non basta

Le buone pratiche nella tinteggiatura delle pareti esterne: quando l’esperienza non basta
A cura di Luca Davico – Davico Decorazioni

Quando si parla di tinteggiatura delle pareti esterne di un edificio, spesso si pensa che bastino un pennello, un’impalcatura e un po’ di buona volontà. In realtà, dietro ogni lavoro ben fatto c’è una combinazione di conoscenza tecnica, rispetto delle normative, attenzione ai materiali e – soprattutto – una formazione costante. Lo dico da artigiano che ha fatto della qualità e della sicurezza i suoi valori fondanti.

Ogni parete racconta una storia

Ogni edificio ha la sua storia, la sua esposizione, i suoi problemi di umidità, i suoi cicli stagionali. La tinteggiatura esterna non è solo un’operazione estetica, ma anche e soprattutto un’azione protettiva che deve durare nel tempo. Per questo è fondamentale conoscere a fondo il supporto (intonaco nuovo, vecchio, cementizio, cappotto), il tipo di prodotto da usare (silossanico, acrilico, minerale) e le condizioni climatiche ideali per l’applicazione.

Non si improvvisa il lavoro in quota

Uno degli aspetti più delicati e troppo spesso sottovalutati nel nostro mestiere è quello legato alle altezze. La tinteggiatura di facciate alte, gronde, cornicioni o porzioni di edificio raggiungibili solo con piattaforme aeree o ponteggi, comporta rischi e responsabilità. Per poter operare in sicurezza, io e il mio team abbiamo dovuto conseguire tutte le abilitazioni previste per l’utilizzo dei mezzi di sollevamento (PLE) con e senza stabilizzatori, oltre a frequentare regolarmente corsi di aggiornamento sul lavoro in quota e uso dei DPI di terza categoria.

La formazione fa la differenza

Negli ultimi anni ho scelto di investire molto nella mia formazione professionale. Ho frequentato corsi su:

  • Tecniche avanzate di preparazione dei supporti murari

  • Applicazione dei cicli pittorici certificati per esterni

  • Sicurezza sul lavoro in cantiere e gestione dei rischi

  • Utilizzo in sicurezza di piattaforme elevatrici e trabattelli mobili

Questo non solo mi permette di lavorare nel rispetto delle normative vigenti, ma anche di offrire al cliente un servizio serio, consapevole e garantito.

Un buon lavoro inizia dal cantiere ordinato

Oltre alle competenze tecniche, ritengo che una buona tinteggiatura esterna parta da una corretta organizzazione del cantiere: protezione delle superfici, delimitazione delle aree di intervento, gestione delle tempistiche in base alle condizioni meteo. Tutto deve essere pianificato, anche quando si tratta di lavori apparentemente semplici.

Tinteggiare una facciata è un gesto di cura verso un edificio e verso chi lo vive. È un lavoro che richiede rispetto: per i materiali, per le norme di sicurezza, per le persone. È anche una responsabilità, che va affrontata con professionalità, competenza e passione.

In Davico Decorazioni ci mettiamo tutto questo. Perché crediamo che il mestiere del decoratore non si esaurisca nel colore, ma inizi dalla qualità con cui si affronta ogni sfida, anche… a dieci metri d’altezza.

Condividi su:

Quando la fognatura non c’è: come gestire le acque reflue in un’abitazione.

Intervista a Fulvio Ferrero, Rebuilding di Alba
a cura della redazione di Ediliz-ia.it

EDILIZ-IA.IT – In molte aree extraurbane o in contesti collinari e montani, non è possibile allacciarsi alla rete fognaria comunale. Fulvio Ferrero, titolare di Rebuilding e progettista con lunga esperienza in edilizia residenziale, ci spiega come si affronta il tema della depurazione delle acque reflue in questi casi.

Leggi tutto